Undici detenuti della Casa Circondariale di Como sono stati coinvolti in un innovativo progetto di formazione e lavoro promosso da Intesa Sanpaolo e MekTech, azienda brianzola specializzata nella progettazione e costruzione di impianti e sistemi robotizzati. Questo progetto mira a offrire ai detenuti un’opportunità di riabilitazione sociale e reinserimento lavorativo attraverso la realizzazione di quadri elettrici complessi.
Il progetto, che ha preso avvio presso la Casa Circondariale di Como, è sostenuto da Intesa Sanpaolo, il primo gruppo bancario italiano, noto per il suo impatto sociale e leader europeo nella finanza sostenibile. L’iniziativa è stata presentata insieme a Don Gino Rigoldi, ispiratore del progetto, e consente a undici detenuti di specializzarsi nella realizzazione di quadri elettrici complessi commissionati da MekTech Global Alliance.
Intesa Sanpaolo, tramite la Direzione Regionale e la Direzione Sales & Marketing Imprese della Divisione Banca dei Territori guidata da Stefano Barrese, ha promosso il progetto nell’istituto penitenziario comasco, considerando il sostegno al mondo del carcere fondamentale per un ampio programma di impegno nel sociale. Questo impegno si focalizza sull’inclusione dei più fragili nel mondo del lavoro, riduzione delle disuguaglianze e contrasto alla povertà, obiettivi fortemente voluti dal CEO Carlo Messina.
MekTech S.r.l. si è impegnata ad acquistare nei prossimi anni i quadri elettrici realizzati dai detenuti, destinati ai propri impianti e sistemi robotizzati. Questo impegno garantisce non solo una formazione tecnica, ma anche un’opportunità concreta di lavoro, contribuendo al percorso di riabilitazione sociale dei detenuti.
Fondamentale in questo progetto è la collaborazione con Ozanam, Cooperativa Sociale di Solidarietà di Saronno, che svolge il ruolo di datore di lavoro dei detenuti, supervisiona le attività formative all’interno del carcere e coordina l’attività lavorativa. Ozanam, con oltre 30 anni di esperienza, è specializzata nell’inserimento lavorativo di persone fragili, offrendo percorsi personalizzati in collaborazione con i Servizi territoriali.
La Casa Circondariale di Como ha coordinato le attività di ingaggio e selezione dei detenuti partecipanti al progetto e ha provveduto alla ristrutturazione e messa a norma, con fondi ministeriali, dei locali adibiti ad attività ricreative e sportive. Il laboratorio, inaugurato di recente, si estende su uno spazio di circa 180 mq all’interno del carcere. Qui avverrà tutto il processo produttivo, dall’arrivo dei componenti fino alla realizzazione del prodotto finito.
Secondo dati del Consiglio Nazionale di Economia e Lavoro (CNEL) e del Ministero della Giustizia, sono oltre 60.000 le persone detenute nelle carceri italiane, 60.000 progetti di vita da ricostruire. Il 70% di questi detenuti ricade nel crimine dopo la scarcerazione, perdendo la possibilità di riscatto personale e riabilitazione sociale. Tuttavia, il tasso di recidiva scende al 2% quando viene avviato un percorso formativo e lavorativo. “La professionalizzazione dei detenuti porta, oltre alla riduzione del tasso di recidiva, anche a minori oneri per la comunità, contribuendo al reintegro sociale, a una minore saturazione delle carceri e a maggiore sicurezza del territorio”, spiegano da Intesa Sanpaolo.
Alla presentazione del progetto ha partecipato anche il Sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari, che ha sottolineato l’importanza di iniziative come questa per la riabilitazione e reintegrazione sociale dei detenuti. Questo progetto rappresenta un esempio concreto di come la collaborazione tra aziende private, istituzioni e organizzazioni sociali possa generare un impatto positivo sulla società.