Il rapporto tra gli operatori di telecomunicazioni e i grandi player digitali, detti OTT (Over The Top), è caratterizzato da un disequilibrio tra due modelli di business contrastanti. Gli OTT generano profitti grazie alle reti, ma non le remunerano adeguatamente. Gli operatori di telecomunicazioni devono invece sostenere costi crescenti per manutenere e potenziare le reti. Il contributo degli OTT si rivela quindi fondamentale per sviluppare un’infrastruttura in grado di sostenere la crescente domanda di connessione. A lanciare l’appello è Pietro Labriola, Amministratore Delegato di TIM, in occasione del Comolake 2023.
Il manager ha paragonato le reti di telecomunicazioni a un’autostrada su cui viaggiano i servizi e i contenuti degli OTT, che richiedono sempre più banda e qualità. Più aumenteranno contenuti e servizi, maggiori saranno i costi di manutenzione e soprattutto gli investimenti che le Telco dovranno affrontare per potenziare le infrastrutture. Un trend, quello dell’utilizzo dei servizi digitali, in costante crescita, come testimoniano i dati di Agcom: negli ultimi dieci anni l’intensità di traffico media (bit/secondo) è cresciuta di undici volte, mentre lo usage (Byte/mese) di dieci volte. Basti pensare che in Italia già oggi, durante eventi live particolarmente seguiti come ad esempio la Champions League, il traffico streaming può arrivare ad occupare fino al 75% della banda totale.
Gli OTT come Netflix o Amazon Prime generano profitti grazie alle reti gestite dalle Telco, ma non contribuiscono in modo equo agli investimenti necessari per mantenerla e potenziarla. A questo si aggiunge anche il deprezzamento costante dei servizi offerti dagli operatori di telecomunicazione, mentre l’accesso ai contenuti diventa sempre più protagonista. “Se 1 milione di clienti passano da Netflix base a Netflix Premium – spiega Pietro Labriola – il risultato sarebbe il seguente: Netflix genererebbe ricavi aggiuntivi per 5 milioni di euro al mese, mentre gli operatori di telecomunicazioni dovrebbero sopportare investimenti aggiuntivi sulla rete per oltre 100 milioni”. Costi che continuano ad aumentare di pari passo con la crescita della qualità video offerta: “Se tutte le fruizioni video salissero a 8K, la banda video salirebbe del 1500%, con un investimento necessario di almeno 770 milioni di euro”.
Pietro Labriola chiede dunque ai legislatori europei di intervenire per garantire che i grandi player digitali diano un equo contributo allo sviluppo delle infrastrutture su cui viaggiano i loro servizi. Questa misura, già applicata in altri settori, avrebbe il vantaggio di innescare un circolo virtuoso tra la creazione di valore generata dagli OTT e il potenziamento delle reti e dei servizi di telecomunicazione, che rappresentano l’autostrada su cui viaggiano tutti i servizi digitali. Inoltre, un regolamento sul fairshare favorirebbe una gestione più responsabile ed efficiente dei dati, oltre a diminuire l’impatto ambientale dell’utilizzo sregolato della capacità trasmissiva delle reti. Un messaggio condiviso non solo dall’AD di Telecom ma anche dalla stragrande maggioranza delle Telco europee.
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