“Sull’economia italiana io sono ottimista e vedo più luci che ombre, perché nei miei dialoghi con gli investitori internazionali emerge sempre fiducia verso il Belpaese. Con i numeri dimostriamo la resilienza tipica del Dna italiano, di un popolo pronto a rimboccarsi le maniche e ingranare la marcia quando il contesto macroeconomico si complica”. È fiduciosa sulle prospettive future del sistema imprenditoriale ed economico in Italia, l’AD di Illycaffè Cristina Scocchia, intervistata di recente dal giornale di economia e finanza “Wall Street Italia”. Il mercato italiano, infatti, come ribadisce, pur con un’inflazione che ha portato a una contrazione dei consumi degli italiani, ha tutte le carte in tavola ben disposte per far bene.
Ma i dati di Banca Italia non mentono, per l’appunto. Si stima per il 2023 una crescita dallo 0,6% all’1,3% dell’economia. Mentre l’inflazione dovrebbe scendere al 5,6%, vi sarà anche un aumento di mezzo milione di posti di lavoro rispetto al 2021. Cristina Scocchia ha quindi le idee chiare: “Stiamo andando meglio di molte altre economie del Vecchio Continente, ma forse bisognerebbe enfatizzare di più ciò che funziona. E interrogarsi su cosa ci servirà per continuare ad inanellare risultati positivi nel tempo.” Ma l’AD di Illycaffè, marchio con 90 anni di storia alle spalle fondato da Francesco Illy, ci tiene a puntualizzare che soprattutto all’interno del settore enogastronomico mancano 140.000 posti di lavoro e che avremmo dovuto investire di più sulla formazione dei nostri giovani talenti.
Giovani futuri lavoratori italiani che hanno bisogno di più opportunità e spazi concreti dove investire nella loro formazione. “Oggi siamo nell’era della competenza e in Illycaffè ce ne accorgiamo sempre di più. Per questo cerchiamo sia persone giovani, profili anche molto junior, sia professionisti maturi e già formati e preparati. Sui giovani invece incidiamo nella loro crescita con una formazione garantita tramite l’Università del Caffè“.
Sotto la guida di Cristina Scocchia, Illycaffè ha chiuso il 2022 con una crescita del 14%, il record degli ultimi dieci anni di storia dell’azienda triestina. D’altronde, dopo essersi affermati nel mercato statunitense, è il momento di “conquistare” la Cina e il mercato asiatico, diffondendo il buon culto del caffè italiano. A questo proposito il Made in Italy ha solo la strada in discesa per non farsi sfuggire certe occasioni. L’imprenditoria italiana, come sostiene la manager, è tra le migliori al mondo per intraprendenza e savoir-faire ma, a volte, la burocrazia e la sua farraginosità non ci permettono di eccellere. Infatti, come dichiarato nell’intervista: “La bassa produttività, l’arretratezza digitale e la mancanza di infrastrutture sono elementi che contribuiscono ad una crescita ridotta delle imprese italiane. Ma la soluzione non può essere prerogativa esclusiva dei Governi. Anche noi manager e imprenditori possiamo essere protagonisti”.