Per reagire alla crisi di approvvigionamento di chip che si protrae ormai dal 2020 e prevenire ulteriori tensioni geopolitiche, il Consiglio dell’Unione Europea sta lavorando per raggiungere, entro la fine dell’anno, un’intesa sull’“European Chips act”, la legge approvata lo scorso inverno dalla Commissione che prevede lo stanziamento di 43 miliardi di euro per la creazione di una filiera europea di design e produzione dei chip.
Tra le realtà che si preparano alla sfida spicca l’italo-francese STMicroelectronics. Proprio in queste settimane la multinazionale della microelettronica, guidata dall’Amministratore Delegato Jean-Marc Chery e per le attività italiane da Maurizio Tamagnini, ha annunciato la costruzione di un nuovo impianto integrato per la produzione di substrati di carburo di silicio (SiC). L’impianto, il primo del suo genere in Europa, sorgerà accanto allo stabilimento catanese di STM.
Nello specifico, la nuova linea sarà specializzata nella produzione su larga scala di substrati epitassiali in SiC da 150 millimetri, la base dei semiconduttori che oggi vengono utilizzati per veicoli ibridi ed elettrici, inverter per eolico e solare, motori industriali. Grazie ai wafer di semiconduttori in carburo di silicio, i microchip che verranno prodotti nello stabilimento catanese saranno caratterizzati da una maggiore efficienza, minori perdite e una migliore gestione termica.
STM ha impegnato nello sviluppo del polo catanese 730 milioni di euro nei prossimi cinque anni. A sovvenzionare il progetto anche una misura di aiuto di 292,5 milioni di euro messi a disposizione dall’Italia nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza: per il Paese si tratta del primo potenziamento autorizzato all’interno della cornice del Chips Act. A pieno regime, il nuovo impianto necessiterà di 700 lavoratori diretti e rafforzerà la sicurezza dell’approvvigionamento dei semiconduttori a livello europeo.
Con alle spalle 35 anni e oltre 40 miliardi di chip venduti, la società italo-francese si prepara dunque a recitare un ruolo da protagonista nella strategia messa in campo dalla UE contro la crisi dei semiconduttori. Quello di Catania non è l’unico progetto di STM sul territorio italiano: dal 2018 la società guidata dal duo Chery – Maurizio Tamagnini (attuale Presidente del Consiglio di Sorveglianza) è impegnata anche nella realizzazione di un nuovo impianto nel sito di Agrate, in Lombardia, specializzato nella produzione di wafer in silicio da 300 millimetri. L’avvio delle attività è previsto già entro la fine dell’anno, mentre per la capacità massima si dovrà attendere il 2026.
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