Fronteggiare l’inflazione, attuare una riforma previdenziale, impedire che la recessione soffochi la crescita del Paese, aprire nuove frontiere diplomatiche, commerciali ed energetiche: sono compiti ardui per qualsiasi Governo. Su questo riflette anche Giampiero Catone, Direttore del quotidiano “La discussione”. Sulle stesse pagine l’imprenditore si impegna a pubblicare diversi editoriali su politica, economia e attualità.
In uno dei più recenti, Catone scrive: “abbiamo una visione dell’Africa come continente alla deriva affetto da mali storici. Certo ci sono tensioni e guerre come in Etiopia e atti disumani come il trattamento riservato in Libia ai profughi, come sottolinea Amnesty, ma c’è anche un’altra Africa che cresce”. È a questo aspetto che dobbiamo interessarci, rafforzando le relazioni tra Italia e paesi africani. Mentre l’Italia ha una forza lavoro al di sotto delle sue effettive potenzialità, l’Africa guadagna terreno e si prospetta, come riportato da Il Sole 24 Ore, una forte crescita delle sue grandi aziende, sempre più competitive.
In questo senso si stanno muovendo il ministro degli Esteri Antonio Tajani e il premier Giorgia Meloni, che ha indicato un “Piano Mattei per l’Africa” ispirato a Enrico Mattei, un grande volto del dopoguerra che è riuscito a dare nuova forza al Paese. “Un’idea importante”, la definisce Giampiero Catone, “che ci permette di riattivare un ruolo e una visione diversa dell’Africa e delle sue enormi potenzialità”. L’obiettivo è stipulare delle partnership diplomatiche e commerciali, per rafforzare i rapporti già esistenti. Da questa rinnovata collaborazione ne deriverebbero grandi vantaggi per il sistema di relazioni diplomatiche italiano, ma anche per l’industria e per l’economia. In questa visione spicca l’Italia nuovamente protagonista sullo scacchiere del Mediterraneo: ragionare in questi termini è una mossa strategica anche in vista dei necessari accordi che in futuro saremmo portati a stipulare sul fronte energetico e delle materie prime.