L’editoriale di Giampiero Catone sui bonus: 113 miliardi sprecati per sostegni improduttivi

In un suo recente editoriale pubblicato su “La Discussione”, Giampiero Catone si concentra su un tema al momento cruciale in Italia: quello della solidarietà nei confronti di famiglie, piccole imprese e lavoratori autonomi. Dopo due anni di pandemia, e adesso con le conseguenze della guerra in Ucraina, tali categorie continuano ad avere difficoltà nel ritrovare il proprio equilibrio lavorativo. Per questo motivo, i fondi stanziati dallo Stato rappresentano uno strumento utile e indispensabile per agevolare la loro ripresa e quella dell’intero Paese.
Giampiero Catone pone però l’accento sul modo in cui questi fondi, che attualmente ammontano a circa 113 miliardi di euro, stiano venendo spesi, alludendo al fatto che invece di migliorare la situazione sembrino incentivare “solo un disimpegno improduttivo”. La sua riflessione nasce a seguito dell’analisi realizzata dal Centro studi della società Cgia di Mestre, che si occupa appunto di esaminare nei dettagli le scelte del Parlamento. In uno dei suoi ultimi studi, è proprio la Cgia a chiedersi se i bonus elargiti dallo Stato non siano troppi, e soprattutto “assegnati in modo poco razionale”. I bonus in questione sono quelli introdotti nel corso degli ultimi due esecutivi per far fronte ai negativi effetti economici su alcune categorie di lavoratori e comparti produttivi. Secondo la Cgia, “molti sussidi sono stati erogati anche a chi non ne aveva alcun bisogno, altri ancora sono stati introdotti solo per ‘riscuotere’ un consenso politico immediato”.
Per Giampiero Catone bisognerebbe al più presto iniziare a razionalizzare la spesa, specialmente dal momento in cui, come scrive anche la Cgia, “lo scenario economico e sociale che si sta prefigurando è sempre più cupo”. Non saranno di certo i bonus a salvare l’economia, tantomeno lo faranno tutte quelle scelte che non sono indirizzate a stimolare la produttività. A fronte di una condizione geopolitica sempre più instabile e imprevedibile, lo Stato dovrebbe prepararsi all’eventualità che la situazione peggiori, andando ad intaccare la tenuta dei conti pubblici. A suo modo di vedere, sarebbe invece più utile “recuperare risorse a sostegno del lavoro, delle imprese, della produttività e di quanti saranno impegnati in una sfida per tenere l’Italia nel mondo dei Paesi industrializzati”, attraverso una “‘sforbiciata’ delle uscite per i Bonus”, che servirebbe a coprire e “alimentare nuove politiche economiche di natura espansiva”.

Per maggiori informazioni:
https://ladiscussione.com/171605/economia/quando-il-bonus-diventa-malus-113-mld-per-sostegni-improduttivi/

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