L’azienda La Chiosa, situata a Piano di Madrignano, ha una storia affascinante che affonda le radici nel lontano 1880, quando un permesso reale sancì l’inizio della sua avventura vinicola. Oggi, Paola e Roberta Bugliani, le sorelle proprietarie, sono custodi di questa tradizione, impegnandosi a mantenere viva la memoria della loro famiglia e la cultura del vino attraverso pratiche biologiche e metodi di vinificazione tradizionali.
Recentemente, l’azienda ha ospitato una visita didattica che ha coinvolto i bambini della scuola dell’infanzia e della primaria “Chierici-Podestà”. L’incontro ha avuto l’obiettivo di promuovere la conoscenza del territorio e delle tradizioni contadine, offrendo un’esperienza educativa che va oltre i confini del classico apprendimento scolastico. Gli alunni, entusiasti e curiosi, hanno varcato il cancello della tenuta e si sono immersi in un mondo ricco di storia e natura.
Durante la visita, i bambini hanno esplorato vari angoli della tenuta: dalla stalla e il fienile al nuovo apiario e al pergolo di kiwi. Hanno potuto osservare l’antico vigneto, testimone silenzioso di generazioni, e la cantina, dove gli attrezzi del passato raccontano storie di fatica e passione. Paola e Roberta, entrambe insegnanti, hanno saputo coinvolgere i piccoli visitatori con cartelloni illustrativi e spiegazioni semplici, rendendo il processo di vinificazione accessibile e affascinante.
Le sorelle hanno condiviso la loro storia familiare, intrecciata con quella dell’Italia, e hanno rivelato il ritrovamento dell’atto notarile di acquisto del terreno, una scoperta che ha rappresentato un forte legame con il passato. La coltivazione biologica e l’attenzione all’ambiente sono valori fondamentali per La Chiosa, dove la raccolta dell’uva avviene rigorosamente a mano.
La visita ha stimolato curiosità e domande nei bambini, che hanno potuto apprezzare la complessità del lavoro di questa piccola azienda vinicola. Al termine della giornata, i piccoli hanno condiviso le loro emozioni e raccontato storie ispirate all’esperienza vissuta, tra cui un racconto di fantasia intitolato “Il nano del Castello e il vino Gocce d’oro”.