Nel suggestivo borgo di La Morra, conosciuto per la sua secolare tradizione vinicola, sorge Castrum Roche, una cantina che rappresenta molto più di una semplice azienda agricola. Fondata da Isacco Costamagna, l’azienda non solo celebra l’amore per il vino ma incarna anche un profondo legame con il territorio e la sua storia.
La storia di Castrum Roche inizia nel 2014, quando Isacco Costamagna eredita i terreni dai nonni Gagliasso Enrico e Costamagna Luigi, due personalità influenti nel mondo del vino piemontese. “Sin da subito ho sentito il peso e l’onore di questa eredità,” ha dichiarato Isacco, che ha cominciato a formarsi all’Enologica Umberto I di Alba. Qui, ha mosso i primi passi come giovane imprenditore, piantando il suo primo vigneto e intraprendendo un percorso che lo avrebbe portato a diventare un protagonista del settore.
Con l’appoggio del prozio Baba Dotta, custode di antiche tradizioni, Isacco ha preso le sue prime decisioni imprenditoriali, conferendo inizialmente le uve a Trediberri. Nel 2021, dopo aver completato gli studi in Viticoltura ed Enologia all’Università di Torino e la scomparsa del nonno Gigi, Costamagna ha scelto di fondare la propria cantina, un passo che segna la definitiva affermazione della sua identità come viticoltore.
Il nome della società è un omaggio diretto alla storia della borgata di La Morra. Documenti risalenti al 1477 citano il luogo con il termine “Castrum Roche”, ovvero “castello nella rocca”. Questo legame storico riflette l’essenza della cantina, che fonde tradizione e innovazione in un perfetto equilibrio. “Volevo un nome che parlasse del territorio e delle sue radici storiche,” ha spiegato Isacco, sottolineando l’importanza di mantenere un forte legame con il passato.
La cantina si distingue per un approccio sostenibile alla viticoltura. I vigneti di Isacco, che si estendono su 2,5 ettari, sono coltivati senza l’uso di erbicidi e pesticidi chimici, a favore di pratiche eco-compatibili che esaltano l’autenticità del suolo. “Abbiamo scelto di utilizzare solo lieviti indigeni e affinare il vino in acciaio, per preservare le caratteristiche del nostro terroir,” racconta Isacco, descrivendo un processo produttivo che privilegia la genuinità delle uve locali.
Il 2022 rappresenta un anno cruciale per Castrum Roche, con l’espansione delle strutture e l’introduzione di nuove tecnologie per migliorare la produzione. Isacco ha annunciato il lancio del suo primo Barolo, un vino che rappresenta una celebrazione del TORRIGLIONE, un terroir unico e capace di conferire complessità e intensità ai vini. Questo debutto segna un passo importante verso un futuro promettente per la cantina.