Un documento innovativo, elaborato con lo scopo di creare una diagnosi “a misura di paziente”, riducendo le liste di attesa ed evitando gli sprechi nella sanità: così si potrebbe descrivere il “Consensus sull’appropriatezza prescrittiva diagnostica in pediatria specialistica”, elaborato da diversi insigni pediatri e coordinato da Susanna Esposito (Professoressa ordinaria di Pediatria, Direttrice della Clinica Pediatrica dell’Ospedale di Parma e Presidentessa della SIPPS sezione Emilia-Romagna) per favorire un approccio diagnostico che tuteli specialmente i pazienti più piccoli. Il documento è stato presentato di fronte a 400 pediatri nel corso del XXXV congresso della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS), intitolato “Pediatria 5P – Predittiva, Preventiva, Personalizzata, Partecipata, Proattiva”.
Qual è il problema che il documento vuole correggere? Innanzitutto, quello della disorganicità delle pratiche diagnostiche negli ospedali e negli istituti pediatrici italiani, che porta o a sottostimare determinate patologie (con ovvi rischi per la salute dei bambini), oppure a esami diagnostici eccessivi che creano forte preoccupazione nei genitori e nei bambini stessi. Errori che si traducono poi in costi per la sanità, per esami non necessari, e in pesanti disagi per i pazienti, bloccati da liste d’attesa troppo voluminose.
La soluzione, secondo Susanna Esposito, è dunque quella di uniformare le procedure diagnostiche in modo agile e integrato tra chi lavora in Ospedale e chi lavora sul territorio: “L’obiettivo è stato quello di identificare criteri condivisi per le dieci patologie più comuni delle singole sottospecialità pediatriche, con la finalità di tutelare i pazienti, in quanto un esame diagnostico o un ricovero non appropriato non solo possono avere determinati rischi e nessun beneficio, ma possono anche determinare un uso cattivo delle risorse. Senza dimenticare, è il caso della pediatria, che possono impattare in maniera importante sulla sofferenza psicologica dei bambini e delle loro famiglie”.
Il documento, articolato in 164 pagine e arricchito da tabelle dettagliate per ogni sottospecialità pediatrica, presenta dunque una serie di informazioni clinico-organizzative, includendo l’urgenza di controlli, interventi e visite di follow-up, nonché la necessità di esami specifici e la possibilità di effettuarli sul territorio prima dell’invio in Ospedale. Per ciascuna delle 26 sottospecialità trattate, sono indicate le manifestazioni cliniche che richiedono l’intervento dello specialista ospedaliero e quelle che invece possono essere gestite dal pediatra di libera scelta.
Susanna Esposito cita, ad esempio, la gestione dell’asma e delle patologie respiratorie che più frequentemente colpiscono i più piccoli: “Abbiamo riportato una tabella con i principali dieci quesiti diagnostici che arrivano all’attenzione dello specialista e le manifestazioni cliniche per cui ha senso procedere con approfondimenti diagnostici. Ad esempio, se un bambino ha un attacco di asma non deve necessariamente fare sempre una visita specialistica in ospedale e nel documento abbiamo riportato quando questa è raccomandata”.
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