Salute e benessere

Covid-19, azioni immediate ma scuole aperte: Susanna Esposito tra i firmatari dell’appello al Governo

Prima dell’emanazione dell’ultimo decreto governativo del 3 novembre, contenente le nuove misure per il contrasto e il contenimento dell’emergenza da Covid-19, un gruppo di medici e ricercatori italiani ha stilato una serie di richieste per fronteggiare la seconda ondata. Tra i 15 firmatari anche Susanna Esposito, pediatra infettivologa di fama internazionale e Direttore della Clinica Pediatrica all’Università di Parma, che dall’inizio della pandemia è una delle voci più presenti nel dibattito sanitario nazionale. Le richieste principali contenute nel documento inviato al Governo e al Comitato Tecnico Scientifico riguardano un lockdown per le aree più a rischio, il potenziamento di test e tracciamento e infine scuole aperte per gli studenti fino ai 14 anni. “Tutti i dati confermano la forte criticità della diffusione di SARS-CoV-2 nel Paese. La maggior parte delle Regioni italiane presenta le caratteristiche descritte nello scenario n. 4 del Piano redatto dal Ministero della Salute e dall’Istituto Superiore di Sanità”, si legge nell’appello: un quadro che secondo i firmatari “impone azioni restrittive da attuarsi rapidamente”. Nello specifico, gli esperti hanno chiesto la costituzione di una “zona rossa” di almeno 3 settimane per città come Napoli, Roma, Genova e Milano. A livello nazionale, è fondamentale invece la sospensione delle attività non essenziali per 15 giorni, oltre a potenziare da un lato le assunzioni nel settore sanitario, oggi in grossa difficoltà, e dall’altro rendere il trasporto pubblico quantomeno adeguato ad affrontare le misure restrittive. Chiude la richiesta di smart working obbligato ove possibile per aziende pubbliche e private. La parte finale del documento promosso da Susanna Esposito è invece riservata alla scuola, ritenuta un servizio essenziale: secondo gli esperti, è importante che i servizi educativi da 0-6 anni, le scuole elementari e le scuole medie continuino in presenza. Discorso diverso per le università: i firmatari spingono infatti per raggiungere il 100% delle lezioni online, fatta eccezione per attività come tirocini e laboratori.

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