Sebbene l’inflazione continui a salire e le incertezze economiche aumentino, a quanto pare la crisi non tocca proprio tutti allo stesso modo. Il settore del fintech italiano sembra essere immune ai suoi effetti e va avanti per la sua strada raccogliendo sempre nuove risorse. Attilio Mazzilli, avvocato partner responsabile del Tech Group Italiano e membro dell’International Technology Companies Group di Orrick, specifica che il trend positivo non interessa solo fintech come Satispay, che con il suo ultimo round di investimento ha superato il miliardo di valutazione. “L’interesse – afferma – resta alto per diversi settori, dal payment all’insurtech, oltre alle società cosiddette regtech, ovvero coloro che applicano le innovazioni tecnologiche al settore regolatorio, come pure sul welltech e sulle società che si occupano di blockchain”.
Secondo i dati di “Startup Italia”, nel primo semestre dell’anno sono stati investiti circa 996 milioni di euro nel settore. In Europa l’anno precedente si era concluso con un investimento totale di oltre 100 miliardi di dollari, vale a dire più del triplo del 2020. Il team di Attilio Mazzilli ne è testimone. Nel 2021 infatti proprio Orrick ha gestito oltre 500 transazioni per un totale di 20 miliardi di dollari e solo nel primo semestre di quest’anno ha curato otto round nel settore fintech, superando gli 850 milioni di euro di valore. “La tendenza emersa lo scorso anno – spiega il Partner di Orrick – è stata la competizione tra gli investitori per i deal migliori vista l’alta liquidità in circolazione. Anche nel 2022 i fondi hanno continuato ad avere importanti liquidità da investire e non sembrano esserci segnali di cambiamento nonostante le incertezze economiche”.
Oltre agli operatori più grandi come Satispay e Scalapay, non mancano nuove fintech interessanti su cui investire. Tra queste c’è Bkn301, società nata dall’acquisizione degli assets dell’ex Istituto di Pagamento della Repubblica di San Marino, che mira a divenire un operatore open-market e cross-border di riferimento nell’open banking e nei pagamenti digitali. Poi c’è Wallife che di recente ha chiuso un round di investimenti da 12 milioni e ha lanciato la prima polizza a tutela dell’identità digitale. Secondo Attilio Mazzilli, “l’interesse per questo tipo di operazioni fintech continua a essere alto”, riconoscendo però che nei mesi a venire potrebbe riscontrarsi qualche difficoltà nel venture capital. “Nel primo semestre – conclude – si sono chiuse operazioni che erano state preparate prima ma nella seconda parte dell’anno si potrebbe registrare una frenata che potrebbe arrivare a superare il 10% per operazioni che appaiono inevitabilmente più rischiose”.