Alessandro Benetton: Benetton Formula, l’intervista a Gerhard Berger

Il 12 ottobre 1986, la Benetton ottenne la sua prima vittoria in Formula 1 al Gran Premio del Messico: quel trionfo ha ufficialmente segnato l’inizio di una nuova era nella storia della competizione, quella dei costruttori provenienti da altri settori industriali. Oggi, l’epopea di Benetton Formula rivive in un documentario in uscita nei The Space Cinema il 14, 15 e 16 novembre e dal 30 novembre su Sky e NOW. In queste settimane ne ha parlato in diverse occasioni anche Alessandro Benetton, che guidò il team in quegli anni portandolo a conquistare due titoli mondiali piloti (1994 e 1995) e un titolo costruttori (1995).

Alessandro ha avuto il carisma e le capacità per innovare ancora di più l’attività, con visione e discontinuità. Il nostro rapporto si è trasformato da business in amicizia”, ricorda oggi il pilota Gerhard Berger. Suo infatti il trionfo del 12 ottobre 1986, ma a testimoniare il forte legame con la scuderia sono anche altre date: il 27 luglio 1997, giorno della sua decima e ultima vittoria in carriera che ha coinciso anche con quella di Benetton Formula, e ancora il 14 settembre 2008, per il primo trionfo dell’orbita Red Bull.

Intervistato dal “Corriere dello Sport” in occasione dell’uscita del documentario, il pilota austriaco, primo e ultimo vincitore della Benetton, ha ricordato quegli anni. “Due sensazioni differenti, la prima volta ero giovane, come il team. Undici anni dopo, vinsi a Hockenheim: pochi giorni prima mio padre era scomparso. Ero intenzionato a dimostrare di poter vincere ancora: pole, vittoria e giro più veloce”, ha spiegato nell’intervista.

Evidenziando il ruolo fondamentale giocato da Alessandro Benetton, ha rimarcato anche quello di Flavio Briatore, grazie a cui “la scuderia ha saputo trovare una spinta importante: non era del settore, ma capì in fretta la F1”. E soprattutto quello di Michael Schumacher, talento speciale anche “per quelle capacità tipicamente tedesche di analizzare le cose e di lavorare sodo”. Di Schumacher ne ha parlato anche Alessandro Benetton nel suo ultimo libro “Mai fermi”: “Dopo aver preteso molto da se stesso, pretendeva molto dagli altri. È la lezione di un leader”. E a riconoscerlo è anche Berger: “Michael ha sempre avuto leadership, comunicazione con gli ingegneri, abilità nel fare gruppo. Un grandissimo motivatore”.

Per maggiori informazioni:

https://www.corrieredellosport.it/news/formula-1/2025/11/05-144330632/berger_ferrari_ricostruire_richiede_tempo_ma_soffro_a_vederla_fuori_dal_podio

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

3 + 18 =