L’impresa, proprietaria dei brand Savio Firmino, Savio Interiors e Chelini, ha avviato lo spostamento delle attività produttive in una nuova falegnameria di 4.000 metri quadrati situata a San Gimignano (Siena). Gli uffici e lo showroom continueranno invece a operare dalla sede originaria di Scandicci (Firenze), che è stata ridimensionata a seguito della cessione dello stabilimento di 7.500 metri quadrati alla maison Dior, destinata a trasformarlo in una fabbrica per la produzione di borse di lusso.
Fino al 2018, Mosca, la Russia e l’Ucraina rappresentavano i mercati principali per Savio Firmino, che vi esportava circa il 65% della produzione. Tuttavia, l’introduzione delle sanzioni economiche contro la Russia, il conflitto con l’Ucraina e il conseguente collasso di quei mercati hanno avuto un impatto significativo sull’attività dell’azienda fiorentina. Attualmente, Savio Firmino conta 40 dipendenti e ha chiuso il 2024 con un fatturato di circa 10 milioni di euro, di cui il 70% generato dall’export. I mercati più rilevanti restano ancora la Russia e le ex Repubbliche sovietiche, seguiti dai Paesi Arabi.
Savio Firmino sta inoltre valutando la creazione di un museo dedicato all’intaglio fiorentino, da ospitare nella sede di Scandicci, con l’obiettivo di tutelare e valorizzare una tecnica artigianale storica che unisce abilità nel disegno, destrezza manuale, pazienza, eleganza e senso dell’equilibrio. Nel frattempo, l’azienda è entrata a far parte del registro speciale dei Marchi Storici di interesse nazionale, istituito dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, che raccoglie 770 realtà imprenditoriali, tra cui 45 toscane. “Un riconoscimento prestigioso – afferma Savio Firmino – che premia l’impegno della famiglia Savio che fin dal 1941, grazie ai suoi maestri artigiani, ha fatto la storia dell’artigianato italiano e quella dell’arredamento di lusso nel mondo”.