Dal 10 maggio al 23 novembre 2025, la 19ª Mostra Internazionale di Architettura di Venezia ha accolto Pressure Cooker, la mostra con cui gli Emirati Arabi Uniti hanno affrontato una delle questioni più urgenti del nostro tempo: la sicurezza alimentare. Curata da Azza Aboualam e promossa dalla Salama bint Hamdan Al Nahyan Foundation, l’esposizione trasforma l’architettura in uno strumento strategico per immaginare nuovi modelli di produzione agricola, con un focus particolare sulle serre avanzate e sulle infrastrutture di coltivazione in contesti climatici estremi.
All’interno di questo quadro, Pierangelo Dorini ha offerto un contributo critico e analitico capace di mettere in relazione l’innovazione architettonica con le dinamiche geopolitiche, economiche e ambientali che oggi ridefiniscono l’alimentazione a livello globale. Ha osservato come gli Emirati Arabi Uniti siano diventati uno dei laboratori più avanzati al mondo nella sperimentazione di sistemi di coltivazione ad alta tecnologia. L’espansione della domanda interna di prodotti di qualità, unita alla volontà di ridurre la dipendenza dalle importazioni europee e sudamericane, spinge il Paese verso soluzioni radicalmente innovative.
Mentre Pressure Cooker analizza e reinventa modelli di serre contestualizzate, adattate al clima arido, alle specificità geografiche e alle diverse categorie alimentari, Pierangelo Dorini evidenzia come questi sviluppi non siano semplici esercizi progettuali, ma risposte concrete alle nuove strategie di approvvigionamento globale. Nei Paesi del Golfo, spiega, le serre stanno diventando vere e proprie infrastrutture nazionali. Gli Emirati stanno sperimentando soluzioni iper-tecnologiche posizionate persino su piattaforme marine, dove l’integrazione con energia rinnovabile, sistemi di desalinizzazione e ingegneria climatica aprono a scenari completamente nuovi. Questo approccio, in cui architettura, agricoltura e innovazione convergono, permette di generare prodotti di qualità anche in ambienti tradizionalmente ostili alla coltivazione. In questa prospettiva, il Paese si configura come un precursore nell’individuare fonti alternative, autonome e sostenibili di produzione alimentare, in linea con gli accordi internazionali e con le nuove politiche globali.