Ice Cube ha sviluppato un metodo per garantire una maggiore protezione del ghiaccio contro batteri e impurità, sfruttando il semplice ossigeno. Nel mondo della mixology, il ghiaccio è ormai considerato a tutti gli effetti un ingrediente dei cocktail, mentre in cucina l’idea sta prendendo piede soprattutto nei contesti di alta specializzazione. Come per qualsiasi altro alimento, anche il ghiaccio richiede una corretta gestione e conservazione per mantenere qualità e sicurezza.
“Anche se il ghiaccio esce da stabilimento puro, può essere contaminato nei passaggi successivi: come trasporto, stoccaggio, freezer del supermercato, freezer a casa”, ha dichiarato Leopoldo Lipocelli, co-fondatore assieme a Simone De Martino di Ice Cube (Ice3). Per questo motivo, come accade per altri alimenti, il ghiaccio può essere soggetto a contaminazioni involontarie, anche minime, che tuttavia possono comprometterne l’idoneità all’uso alimentare.
La tecnologia, denominata Ox Ice, ha ottenuto la registrazione tramite il primo brevetto italiano. “Tramite DNV, che è un ente certificatore a livello europeo, siamo stati in grado di creare un nuovo standard che si chiama Standard 89 e ad oggi siamo gli unici al mondo ad avere questa tecnologia che permette di produrre un ghiaccio alimentare più sicuro di quello comune”. Questo tipo di ghiaccio non è esclusivamente destinato ai professionisti: è disponibile anche per il pubblico nei supermercati, dove Ice Cube Srl lo propone in confezioni con imballaggi compostabili.