Avvocato con esperienza in ambito finanziario, Massimo Malvestio ha evidenziato gli effetti negativi generati da un’ondata di inflazione nell’attuale contesto economico. Ne aveva già parlato due anni fa in un’intervista a “VeneziePost”, occasione in cui si era espresso sulle concrete possibilità di crisi inflazionaria, per poi confermare tali preoccupazioni in un’ulteriore intervista a distanza di un anno.
Oggi il rischio evidenziato da Massimo Malvestio è che la crisi diventi di tipo sistemico e, per tale ragione, il salvataggio pubblico tornerà a svolgere un ruolo importante. Questo poiché i rischi per gli istituti assicurativi e bancari stanno diventando sempre più rilevanti e solo grazie a una brusca frenata dell’inflazione si potrà correre ai ripari. “Le perdite oggi ci sono”, spiega l’esperto, e l’intervento pubblico “sarà inevitabile come per Silicon Valley Bank e Credit Suisse se il sempre più precario equilibrio su cui si regge il sistema viene a rompersi”.
È quindi il caso di parlare di una crisi sistemica? Come evidenziato da Massimo Malvestio, se si considera l’area europea, quella di Deutsche Bank è “per ora solo una crisi di Borsa”, mentre le tedesche Aareal Bank e Deutsche Pfandbriefbank rappresentano un problema più serio. Gestiscono, infatti, attivi importanti e non hanno richiamato i loro prestiti AT1 alla scadenza, aggiungendo “un’ulteriore ombra a questo tipo di apporti al capitale di rischio delle banche”. Deutsche Bank e Societé Generale, inoltre, stanno trattando in Borsa a un rapporto “straordinariamente basso”. Estendendo il discorso, l’esperto osserva come “non ci saranno capitali privati né per aumenti di capitale, né per altre forme di apporto di vero capitale di rischio delle banche. E già questo è un dato gravemente anomalo che suggella una crisi”.
Diversi i fattori che gravano maggiormente sulla situazione: tra questi, ripercorrendo gli ultimi 10-15 anni, “le risposte gravemente sbagliate che si sono date alla crisi della Lehman, alla normativa che ne è seguita e al tipo di ruolo che hanno assunto i regolatori”. L’aumento di liquidità nel mercato, inoltre, ha portato a tassi sempre più bassi, spingendo le banche a comprare titoli a lungo termine di bassa qualità. Il problema è però oggi nelle “minusvalenze – cioè le perdite – che ci sono nei portafogli titoli di banche ed assicurazioni”.
Massimo Malvestio sottolinea inoltre come, nello specifico delle banche italiane ed europee, non sia possibile analizzare la situazione con oggettività perché “nessuno, che non sia all’interno del sistema banche-regolatori, può dire di avere dati sufficienti per dare un giudizio ponderato. Non c’è trasparenza. I bilanci sono datati e insufficienti se posti in relazione alla volatilità di questi mesi e all’ampiezza dei dati che offrono”. La condizione non è diversa per quanto riguarda le assicurazioni, entrate anch’esse in crisi e “altrettanto esposte a potenziali perdite”.
Si rischia, quindi, di assistere a una crisi come quella del 2008, con un problema di inflazione risolvibile solo se il sistema riuscirà a fermarla: in tal modo, “le banche centrali potrebbero serenamente riabbassare i tassi, tornare alla loro occupazione preferita e cioè stampare denaro. Così i titoli che hanno originato questa crisi si rivaluterebbero e i problemi verrebbero meno”.
In casi come quello attuale, conclude Massimo Malvestio, la trasparenza “sarebbe la via maestra, ma mi pare di capire che sia una via che non piace ai regolatori”. Come favorire una soluzione a tutto ciò? Inevitabile che alla fine “si debba ricorrere al denaro pubblico e quindi pescando dalle tasche dei contribuenti per salvare nuovamente il sistema. Per quanto possa costare e per quanto possa dar vita a soluzioni inique sarà sempre la soluzione più conveniente rispetto ad una crisi bancaria”.
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